Edgeryders needs technology, and we are developing it. We are trying to set up an online environment that supports quite sophisticated interaction, and feel we cannot do that well with off-the-shelf software. Some of the major social networks are very sophisticated, but we don’t feel comfortable with committing our community’s data to some corporation. A few years back I was running a project for the Italian Ministry of Economic Development that used Ning to host its community (it still does). A year into the project, Ning changed its business model: it closed its APIs and killed the migration tools and moved, effectively locking a taxpayer-funded government project into a corporate database. Not good – though, to be fair, they had the right to do it.
That leaves free software. It allows us to give the Edgeryders community full control on the content they create; to customize interaction flow; and, even with newly coded features, it is still cheap. Edgeryders is going to run on a heavily customized version of Commons, a Drupal-based general purpose social networking platform; most of the extra code is going to enable game-like functionalities, in the tradition of serious games like Evoke. I would like to credit our development team: creative director Nadia El-Imam, developer-in-chief Carlo Frinolli Puzzilli at nois3Lab and Ivan Vaghi at Mikamai for his work on the game-ish dynamics . And of course the fine folks at Acquia for releasing Commons, and making their life much easier!
Il punto tra i tre che definisci fondamentali nella costruzione di un modello come quello che state realizzando, dal mio punto di vista, è quello di monitorare e reagire invece che programmare e controllare. Questa è la vera innovazione, in quanto qualunque capacità tecnologico matematica (o anche buraocratica nel mondo precedente a quello che volete costruire), arrivata alla sua massima espressione, deve essere ricondotta all’interazione e alla connessione fra le persone, allorquando si tratti di perseguire un obiettivo comune. Credo che la tecnologia e il free sw siano il futuro di chi pensa che al mondo si possa trovare un ruolo sociale anche senza passare attraverso le scorciatoie tipiche della nostra cultura mediterranea, facendo pesare la propria competenza e cercando chi la può valorizzare, ovunque senza confini, e chi la può arricchire. Ma qualunque forma di tecnologia l’uomo sarà in grado di inventarsi per puntare al raggiungimento di concreti obiettivi con ricadute sulla socialità diffusa, laddove si punti a riportare alla socialità la ricchezza delle conoscenze personali e non a goderne solo a livello personale e in modo egoistico, dovrà guardare a come essa impatta sul modo di relazionarsi fra le persone, a come aiuta a perseguire obiettivi collettivi condivisi e non ideoligi o finalizzati all’arricchimento o alla fama unicamente personale (di guru non se ne può davvero più). Dal mio personalissimo punto di vista il crowsourcer dovrebbe avere ben chiara questa prospettiva, perchè la tecnologia non può che essere la base a cui poi bisogna aggiungere l’altezza, che è rappresentata nel mio ragionamento dal saper reagire a ciò che si monitora costantemente nell’interazione e ai risultati parziali o alle sconfitte momentanee del viaggio che si sta intraprendendo. Con immensa invidia per quello che state facendo, mi scuso se il ragionamento risulta banale, ma mi sentivo di farlo. Ciao.
E’ un approccio/finalità molto suggestivo ma che nelle sue modalità di attuazione tradisce le sue intenzioni. Il sistema coltiva di fatto il gruppo Guru che di fatto eserciterà sempre la sua supremazia, qualunque sia la sua apertura e disponibilità al riconoscimento dell’Altro. Sono sempre pochi quelli che condividono princìpi e sacrifici pioneristici, e sarebbero sempre pochi tra questi a volere accettare di cedere alla logica affascinante e futuristica di una competenza “condivisa” e utile perchè mattone del processo di sostegno al divebire, anzichè motore di un obiettivo pianificato. Comunque noi partiremmo da questa forma mentis, ma sarebbe divertente capire cosa accade in un sistema dove si tenta di affrontare diversamente la realtà. Teniamoci in contatto.