“Edgeryders Care Squad”. Perché no?
Ciao @Francesco_Maria_ZAVA , anche a me ha fatto piacere conoscerti In Real Life.
L’idea che proponi è intrigante. Edgeryders ha già un Culture Squad. Nasce dal fatto che alcune persone attive nella comunità erano interessate a lavorare su arte e cultura. Abbiamo avviato con loro alcune iniziative, e speriamo di montare una business unit vera e propria nel corso del 2017. Siamo abbastanza ottimisti che qualche cliente si troverà.
Una Care Squad è, in teoria, possibile. Cosa hai in mente? Sei disposto a lavorarci tu (questo fa un sacco di differenza, perché i fondatori di Edgeryders sono tutti già molto presi, e per allargare il ventaglio delle cose che facciamo abbiamo bisogno di forze fresche)?
C’è anche una piccola cosa che abbiamo già: Open&Change. A oggi, questa è una alleanza di 23 iniziative “dal basso” tirate su da opencare (una per esempio è quella di @Rune , che conosci). Come prima cosa abbiamo fatto un’application a un grosso grant della Fondazione Mac Arthur; proprio questa settimana ci hanno detto che abbiamo passato la prima fase eliminatoria. Vedremo poi dove portarla.
Di fatto, tu stesso potresti “essere Edgeryders” nella misura in cui vuoi fare qualcosa e riesci a trovare un cliente o un finanziatore. Con il nostro aiuto, per qanto possibile: noi in questo cerchiamo sempre di sostenere i membri della comunità. Edgeryders va dove la comunità la porta.
Ti suggerirei di cercare di essere il più concreto possibile. Certo, possiamo fare networking transnazionale (noi siamo molto transnazionali), ma quella io la vedo come un’attività di contorno. La pietanza principale deve essere qualcosa di concreto: ricerca, sviluppo, lancio di uno spinoff che fa community-based care…