Tutto è nato da una nostra esperienza
Monica: “Nicoletta? Andiamo a mangiare una pizza?”
Nicoletta: “Certo! Prenoto per due al solito posto dove puoi mangiare anche tu?”
M.“Ok!”.
Ristoratore: “Buona sera Signore, avete prenotato?”
N. “Sì, per due; nome Nicoletta”. -
Eccoci, sedute al tavolo, scegliamo dal menu la pizza e il cameriere viene a prendere l’ordine.
N.“Per me una prosciutto e funghi”
M. “Io invece…premetto: sono intollerante al glutine e al lattosio…” il cameriere annuisce “…ho letto sul menu che oltre alla pasta senza glutine potete sostituire la mozzarella di latte vaccino con quella di riso…”
C.“Sì signora”
M.”Bene, quindi per me una pizza con farina senza glutine, la mozzarella di riso, crema di zucca e porcini”
C. “Da bere?”
N. ”Una birra per me!”
C.”E lei?”
M.”Io? Che cosa posso bere che non sia acqua?”
C.”Abbiamo due birre senza glutine”
M.”Quali?”
C.”La Daura e la Peroni”.
Giro lo sguardo verso Nicoletta con un’espressione rassegnata e penso ”…sempre quelle…”
Passano pochi minuti e al tavolo si ripresenta il cameriere dicendo che la crema di zucca é terminata e che il pizzaiolo propone una crema di porro in sostituzione. Sgrano gli occhi e penso che non sia proprio il mio giorno fortunato e che la pizza, forse, non avrei dovuto mangiarla. Ho fame però e voglio trascorrere una serata serena insieme alla mia amica. A malincuore accetto la proposta del pizzaiolo - “Chissà”.
Arriva la pizza e a quel punto, mi assale lo sconforto più profondo e un senso di disagio che non avevo mai provato; guardo la mia pizza, poi quella di Nicoletta, poi di nuovo la mia, la sua, la mia…
Non ce la posso fare…assaggio…pare buona…ho tanta fame…dai che mangio…fame, fame, fame: mangio!
N. “Monica? Mi fai assaggiare?”
M.”Certo!”
N.”…Mmm…il sapore non è male ma questa non è una pizza! Ha una strana consistenza, si presenta come una pietanza da ospedale. È proprio triste…”
M.“…Già…”
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Questa serata per Monica e Nicoletta non è stata l’unica; altre l’avevano preceduta e altre ancora ne seguirono.
Ad ogni occasione conviviale, presso qualsiasi locale di ristorazione, lo schema che si ripete pare essere sempre lo stesso:
- Monica elenca ad alta voce al cameriere le sue intolleranze,
- il cameriere annuisce puntualmente,
- Monica si barcamena nella lettura di menu labirintici (a volte privi dell’elenco degli allergeni)
- dalla cucina arriva l’avviso che l’alimento richiesto non è disponibile
- Monica si accontenta di “ciò che propone la cucina” nella speranza di non entrare in contatto con quelle molecole malsane che le provocano un sacco di dolori
E in tutto questo? Nicoletta osserva esterefatta e non si capacita di quanto tutto questo provochi un disagio alla sua amica e a tutti quelli che, come lei, hanno allergie e intolleranze alimentari. All’interno dei locali queste persone (malate) vengono spesso confuse con altri clienti che seguono diete vegetariane o vegane frutto di una libera scelta personale e non ad uno stato di salute.
Qui in allegato la pizza di Monica