Welcome to OpenCare

Available in: :gb: English / :it: Italian


:gb: English version

Creative Commons License

OpenCare by OpenCare Consortium is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.

For most of humanity’s history, care services – which today we call health and social care – were provided by communities: family members, friends and neighbours would check on each other to make sure everyone was fine, keep an eye on each other’s children or elderly parents, even administer simple medical treatments. Starting from the second half of the 20th century, developed countries switched to systems where the care providers were professionals, working for the government and modern corporations.

This new solution has achieved brilliant results, based on the deployment of scientific knowledge and technology. However, over the past 20 years it has come under growing strain: the demand for professional care (health care, social care, daycare for children, care for elderly people…) seems limitless, but the resources our economies allocate to it clearly are not. Additionally, any attempt to rationalise the system and squeeze some extra productivity out of it seems to dehumanise people in need of care, who get treated as batches in a manufacturing process.

What if we could come up with a system that combines the access to modern science and technology of state- and private sector-provided care to the low overhead and human touch of community-provided care?

We are going to attempt to do just that. We are launching OpenCare, a two-year, 1.6 million euro research project to design and prototype new care services. We will:

  • collect experiences of community-driven care services
  • validate them through open discussion, both online and offline.
  • augment them with state-of-the-art maker technology (3D printing, laser cutting, biohacking…)
  • combine everything we learn into the design and prototype of next generation community driven care services.

This is way too ambitious for us to do alone, so we’ll do it with everybody, leveraging collective intelligence. The whole process will be – and stay – open to anyone who wants to participate. We are working on a social contract to acknowledge each and every contribution, and will not make participants into a crowd of rightless volunteers.

Care is deeply human. Everyone has first-hand experience of it. Even those if us who are not doctors or nurses or caregivers are occasionally patients (even doctors!); we all have first-hand experience of giving and receving care. So, everyone is welcome to join the conversation and the subsequent prototypes. If you want to be involved you can stay up to date through the newsletter, sign up to Edgeryders and come talk to us on our workspace.

OpenCare is led by YOU, and assisted by a world-class partnership: Edgeryders, the University of Bordeaux, the City of Milan, WeMake, ScImpulse Foundation and the Stockholm School of Economics. We will find a way to move forward together. We are grateful for the support of the European Commission under the Horizon 2020 programme.


:it: Italian version

Creative Commons License
OpenCare by OpenCare Consortium is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.

Per la maggior parte della storia dell’umanità, i servizi di cura – che oggi chiamiamo sanità e servizi sociali – sono stati prodotti dalle comunità: familiari, amici e vicini si controllavano a vicenda per essere sicuri che tutti stessero bene, tenevano d’occhio gliuni i bambini e i genitori anzianidegli altri, e perfino somministravano semplici cure mediche. A partire dalla seconda metà del ventesimo secolo, i paesi sviluppati sono passati a sistemi in cui i servizi di cura venivano erogati da professionisti, che lavoravano per il governo o per imprese moderne.

Questa nuova soluzione ha ottenuto risultati straordinari, perché è basata sulla conoscenza scientifica e sulla tecnologia medica. Purtroppo, negli ultimi vent’anni è stata messa sotto tensione: la domanda di servizi di cura (sanità, servizi sociali, scuole per l’infanzia per bambini molto piccoli, cura per le persone anziane) sembra senza limiti, ma le risorse che le nostre economie vi destinano sono, invece, chiaramente limitate. In più, i tentativi per razionalizzare il sistema e renderlo più produttivo sembra de-umanizzare le persone che hanno bisogno di cura, trattandole come lotti in un processo di produzione industriale.

E se riuscissimo a creare un sistema che combina l’accesso alla scienza e alla tecnologia moderna della cura prestata dallo stato e dalle imprese private con i costi bassi e il tocco umano della cura prestata dalle comunità?

Proveremo a fare proprio questo. Abbiamo lanciato OpenCare, un progetto per progettare e collaudare servizi di cura di nuovo tipo. Durerà due anni e costerà 1.6 milioni di euro; si propone di:

  • raccogliere esperienze di servizi di cura community-driven.
  • validarle attraverso una discussione aperta, sia online che offline.
  • aggiungervi tecnologie state-of-the-art di fabbricazione digitale (stampa 3D, taglio laser, biohacking…)
  • combinare tutto ciò che impareremo nella progettazione e la prototipazione della prossima generazione di servizi di cura community-driven.

Questo è di gran lunga troppo ambizioso per le nostre sole forze, quindi lo faremo tutti insieme, utilizzando l’intelligenza collettiva. L’intero processo rimarrà aperto a chiunque voglia partecipare. Non chiamatelo crowdsourcing: stiamo lavorando un un contratto sociale che riconosca tutti i contributi, e eviti di rappresentare i partecipanti come una folla di volontari senza diritti.

La cura è profondamente umana. Tutti ne abbiamo esperienza diretta. Anche quelli di noi che non sono medici o infermieri o prestatori di cura sono, occasionalmente, pazienti (anche i medici lo sono!); tutti abbiamo esperienza di prima mano di dare e ricevere cura. Quindi, tutti sono i benvenuti a unirsi alla discussione e a sperimentare insieme i prototipi che ne usciranno. Per partecipare, crea un account su Edgeryders e vieni a trovarci sul workspace: la data di inizio ufficiale è 1 gennaio 2016, ma alcune attività sono già partite a ottobre 2015.

Proveremo a fare proprio questo. Abbiamo lanciato OpenCare, un progetto per progettare e collaudare servizi di cura di nuovo tipo. Durerà due anni e costerà 1.6 milioni di euro; si propone di:

raccogliere esperienze di servizi di cura community-driven.
validarle attraverso una discussione aperta, sia online che offline.
aggiungervi tecnologie state-of-the-art di fabbricazione digitale (stampa 3D, taglio laser, biohacking…)
combinare tutto ciò che impareremo nella progettazione e la prototipazione della prossima generazione di servizi di cura community-driven.
Questo è di gran lunga troppo ambizioso per le nostre sole forze, quindi lo faremo tutti insieme, utilizzando l’intelligenza collettiva. L’intero processo rimarrà aperto a chiunque voglia partecipare. Non chiamatelo crowdsourcing: stiamo lavorando un un contratto sociale che riconosca tutti i contributi, e eviti di rappresentare i partecipanti come una folla di volontari senza diritti.

La cura è profondamente umana. Tutti ne abbiamo esperienza diretta. Anche quelli di noi che non sono medici o infermieri o prestatori di cura sono, occasionalmente, pazienti (anche i medici lo sono!); tutti abbiamo esperienza di prima mano di dare e ricevere cura. Quindi, tutti sono i benvenuti a unirsi alla discussione e a sperimentare insieme i prototipi che ne usciranno. Per partecipare, crea un account su Edgeryders e vieni a trovarci sul workspace: la data di inizio ufficiale è 1 gennaio 2016, ma alcune attività sono già partite a ottobre 2015.

Photo: Indo_girl2010 on Flickr.com